La mattina avevo accennato casualmente ad un collega, buon amico e grande buongustaio, di un impegno per il primo pomeriggio a Bologna e lui, nell’offrirsi di accompagnarmi, mi aveva consigliato, anzi è più corretto dire imposto, di partire per tempo e fermarsi a desinare a Barberino di Mugello, al Cosimo de’ Medici. Ed eccoci qui, seduti al tavolo ordiniamo una fiorentina: la specialità del ristorante. Mi guardo intorno e rimango colpito dai movimenti dei camerieri dalla impeccabile uniforme che, laboriosi ed in silenzio, provvedono ai numerosi tavoli. Faccio un rapido calcolo mentale e mi rendo conto che ci sono più di cento persone sedute ai tavoli, eppure il locale rimane silenzioso e riesco a conversare con il mio commensale senza necessità di alzare il tono della voce.
Appare un cameriere spingendo un carrello con una enorme bistecca intera posata su un tagliere e due grandi piatti fumanti, poi, con la naturalezza di un gesto ripetuto infinite volte, taglia la carne che, servita sui piatti arroventati, continua a cuocere e “sfrigolare” davanti a noi, sul tavolo. Solo dopo, parlando con il cuoco e con il responsabile di sala, capirò i perché ed i segreti di questi gesti, quasi rituali, ma che hanno, tutti, una precisa ragion d’essere. Quasi ignoro il premuroso, ma anche pleonastico, avvertimento “Attenzione, non toccate il piatto, che scotta!” e, vinto dall’aroma che se ne sprigiona, impugno forchetta e coltello da bistecca e li affondo nella succulenta pietanza. La conversazione riprende solo quando anche l’ultimo brindello di “ciccia” si è trasferito dai piatti ai nostri stomaci, non senza l’aiuto del buon vino rosso di Montalcino.
Pur già sazi, non possiamo fare a meno di gustare uno dei dolci “fatti in casa” e, dopo il caffè, insolitamente buono, a livello di quelli che ormai si possono gustare solo nelle torrefazioni, chiedo il conto, preparandomi mentalmente ad un esborso rilevante. Resto piacevolmente sorpreso e rivolgo uno sguardo interrogativo al mio amico, che mi sorride sornione. Solo grazie ai buoni uffici del mio amico riesco a vincere l’iniziale timidezza di Claudio Fontani, maître e gestore storico del ristorante, che inizia a raccontarmi i come ed i perché del locale e della sua conduzione.
Una bottega artigiana dove si produce un prodotto di qualità. Ecco il Cosimo De’ Medici: un ristorante dove lavorano e vivono gran parte del loro tempo 16 e più persone che formano le brigate di sala e di cucina, una squadra affiatata che cerca di non lasciare niente al caso nel servizio e nella preparazione dei piatti. Claudio Fontani lo gestisce assieme ad altri quattro soci, due dei quali stanno in cucina mentre altri due organizzano la sala insieme a lui. Ma che tipo di locale è il Cosimo?
Via Lago 19, 50031 Barberino Di Mugello (FI)
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